Yves
Lebreton
Rassegna stampa
"Eh
?..."
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ROMA.
SIPARIO. Giuseppe Grieco. 01.11.1989
"Ci sono spettacoli che nascono sotto il segno della grazia,
come misteriosi eventi della natura. Quando ti imbatti in uno
di essi, il modo migliore di affrontarlo é quello di abbandonarsi
completamente alla sua magia e quindi di lasciarsi penetrare dall'incanto
che si sprigiona dal suo progressivo 'farsi' sotto i tuoi occhi.
E' questo il caso di 'Eh?...' che Yves Lebreton porta in giro
dall'ormai lontano 1973 e che a ogni nuova ripresa, in un certo
senso, risorge dalle proprie ceneri come l'Araba Fenice che custodisce
nei suoi colori da primo mattino del mondo nientemeno che il segreto
dell'eterna giovinezza. Infatti il mistero di questo spettacolo,
che Yves Lebreton ha riproposto a Roma, é quello di non
sentire il peso del tempo. E' nato giovane, e giovane rimane con
l'insostenibile leggerezza del suo candore. Anche per chi lo ha
già visto, la prima impressione che se ne riceve é
quella di una straordinaria freschezza. Il motivo? La freschezza
inventiva dello stesso Lebreton, che non scade mai nella 'routine'
di chi ripete qualcosa che considera immutabile, dal momento che
gli ha dato una forma... Ecco perché é sempre nuova,
insieme eterna e inedita, come eterno e inedito é l'uomo.
Yves Lebreton gioca sui sentimenti elementari, sulle emozioni
primarie del corpo. Il suo personaggio é un clown che ha
succhiato il latte di Samuel Beckett. E' Chaplin e Buster Keaton
nello stesso tempo. Ma é anche, anzi soprattutto, 'altro'.
E' l'incarnazione delle nostre paure ancestrali e delle nostre
paure quotidiane; delle paure degli uomini che guardano sgomenti
al medioevo prossimo venturo di un Duemila che si annuncia privo
delle 'grandi illusioni' che hanno scandito, nei suoi momenti
di maggiore accensione, il ritmo della Storia. Yves Lebreton l'Apocalisse
ce l'ha dentro. Ma proprio perché ce l'ha dentro riesce
magicamente a esorcizzarla... La magia dei suoi spettacoli é
fuori discussione. In esse é la poesia che si fa corpo,
che diventa 'spettacolo' nel senso più alto del termine.
Così, nell'attesa del suo prossimo lavoro, del quale ha
già anticipato il titolo 'Flash', non ci rimane altra alternativa
che quella di battergli le mani e di ringraziarlo del messaggio
di vita che misteriosamente riesce a trasmetterci con le sue 'favole',
insieme candide e ambigue come tutte le grandi favole in cui l'uomo
si pone nudo di fronte al proprio destino".
ROMA. LA REPUBBLICA. Rodolfo Di Giammarco.
01.12.1989
"Magia in Valigia. Grande Lebreton. Gagliardo. Minuzioso.
Palpitante. Comico. Senza età. Quello di Yves Lebreton
é un teatro delle cose. Un teatro tutto suo, ovviamente,
con lui che vitalizza e storicizza uno scenario da quattro soldi...
Lo spettacolo ha l'estensione e la maturità individuale
di un repertorio ormai affinato da anni. S'intitola con estrema
leggerezza 'Eh?...' e ha l'impalcatura di una commedia degli artifici
gestita amorevolmente da un nipotino d'oggi del mago Zampano,
un peso medio-piuma del fantasismo... Si colgono molti nessi universali
fra le cosiddette scritture del corpo, tra gli alfabeti gestuali,
le magrittiane o beckettiane solitudini... Una bolgia, la sua,
che sottende e sublima ogni tecnica ravvicinata del teatro, mette
in burla il coinvolgimento. Sfido chiunque a rimanere indifferente
di fronte a un simile exploit. Grazie per la lezione e per la
grazia nell'esporre, Monsieur Ballon. E arrivederci, speriamo".
ROMA. IL MESSAGGERO. Ubaldu Soddu. 03.12.1989
"Ha soltanto quarantatré anni Yves Lebreton eppure,
nello spettacolo 'Eh?...', si ha l'impressione di vedere citati
tra i più celebri guitti, mimi, clown del Novecento. Mr.
Ballon possiede una tecnica acrobatica di prim'ordine grazie alla
quale ghermisce nell'aria e ribatte gli echi delle risate del
pubblico: più che un attore dallo stile originale, pare
sovente un ricreatore del clima circense e di magie surreali.
Il 'coinvolgimento' rappresenta l'aspetto più spettacolare
perché le sorprese stimolano alle improvvisazioni. Attenti
a chi vuol farvi pensare a modo suo - sembra spiegare il clown
che pungola a resistere, ad alimentare cariche d'energia psichica,
ad aggredire chi vorrebbe catturare i sogni, impedire il gioco,
soffocare la fantasia".
ROMA. IL TEMPO. Francesca Bonanni. 02.12.1989
"Le incredibili armi surreali di Yves Lebreton. Calorosi
applausi a Mr. Ballon.
Yves Lebreton si é formato alla parigina scuola di Etienne
Decroux ma ha in parte rielaborato la concezione del maestro,
rifiutando l'etichetta di 'mimo', limitato all'espressione del
corpo e al silenzio. In 'Eh?...', collaudatissimo spettacolo,
nato una decina d'anni fa, Lebreton offre una felice dimostrazione
della sua concezione d'artista. La sua 'performance' cita inevitabilmente
i modello di Chaplin, Tati e Keaton, ma ha un suo timbro di originale
ironia, talvolta disarmata e gentile, sempre lievemente surreale.
Gli spettatori, ampiamente implicati nel corposo 'defilé'
artistico, hanno costellato la rappresentazione di risate, applaudendo
spesso a scena aperta".
ROMA. CORRIERE DELLA SERA. Paolo Petroni.
06.12.1989
"E' tornato Yves Lebreton e la gente accorre... Col tempo,
specie per chi non lo abbia mai visto, Lebreton non é invecchiato,
o meglio la sua arte mantiene quella forza che é nella
semplicità del quotidiano trasformato in assurdo, nelle
vicende di un omino appena clownesco... La serata é anche
in mille improvvisazioni, nel coinvolgimento del pubblico sino
alla finale battaglia con palle di carta di giornale. Eh? Si,
proprio così, e non c'é da stupirsi, ma da sorridere
e applaudire l'abilità, la grazia, il saper volgere tutto
in burla, senza che per questo ogni cosa appaia meno seria".
ROMA. L'UNITA'. Rossella Battisti. 03.12.1989
"Non é solo un cantore di avventure a fumetti, il
nostro Monsieur Ballon: il suo é viaggio d'acrobata sul
filo dell'ironia... Son suoi tutti i trucchi del mestiere, di
cui intride questo spettacolo rodato da anni e ormai internazionale,
affinandone il meccanismo con una tecnica preziosa, precisa al
millimetro nel cogliere le sfumature del movimento, nel plasmare
espressioni e pose sul suo corpo malleabile come la creta. 'Teatro
corporeo', ama definirlo lui stesso, che si trasforma facilmente
in teatro d'emozioni ingenue e di coinvolgimenti in prima persona".
ROMA. CORRIERE DELL'UMBRIA E DI SIENA. Emanuela Imparato. 02.12.1989
"Per gli spettatori, trasformati in veri e propri coprotagonosti,
é una festa. E il divertimento diventa estasi... Il pubblico
ride, ride, ride; catturato in un gioco fiabesco e gioioso che
ha gli anni esatti della nostra infanzia. Yves Lebreton é
davvero un attore d'eccezione, che presta il suo corpo agile e
obbediente anche ai comandi più impossibili, sorretto da
una tecnica precisa e raffinata e da una costante creatività,
ad un teatro che grazie a lui sembra aver riscoperto quella vitalità
in cui affonda le sue radici, quel comico dissacrante che é
l'altra faccia del tragico sacro. La sua arte non é solo
quella del mimo, dell'attore o dell'acrobata, ma quella del poeta,
in senso etimologico appunto colui che crea lo spettacolo traversandolo
dalla vita; per questo la sua comicità é anche satira
amara e malinconica: lo sguardo verso il mondo é riflessione
attraverso la surreale lente di ingrandimento del teatro".
MILANO. CORRRIERE DELLA SERA. Renato
Palazzi. 13.06.1975
"Una straordinaria dimostrazione di teatro fatto apparentemente
di nulla, ma in realtà sorretto da una creatività
ininterrotta, da una tecnica perfetta e da un'eccezionale capacità
di comunicare col pubblico. Lo spettacolo, libero da preoccupazioni
narrative, segue piuttosto una varia e complessa trama simbolica,
orchestrata secondo un accurato alternarsi di ritmi, quasi sullo
spartito di un'astratta sinfonia gestuale. Il risultato di queste
esperienze non ha più nulla a che fare col mimo tradizionale
e approda piuttosto ad una sorta di 'clownerie' ad alto livello,
o ad una comicità surreale alla Buster Keaton".
MILANO. CORRIERE DELLA SERA. Giuseppe Tesorio. 01.03.1989
"Ritorna 'Eh?...' con Yves Lebreton, poeta del palcoscenico.
Yves Lebreton, semplicemente un clown... Un po' Buster Keaton
e un po' Charlot, Monsieur Ballon é solo sulla scena, con
la sua valigia colma di sogni e di oggetti raccolti da un rigattiere
di memorie sempre pronto a sorridere su tutto... Nelle avventure
di Monsieur Ballon c'é una straordinaria purezza, dietro
ogni gesto, ogni gag, ogni bisticcio con gli oggetti. E' una comicità
surreale, che sprizza dalle smorfie e arriva dritto fino al cuore".
MILANO. CORRIERE DELLA SERA. Magda Poli.
05.03.1989
"Lebreton mago e clown. E' tornato l'irriverente e divertito
Monsieur Ballon, personaggio creato dal francese Yves Lebreton,
nello spettacolo 'Eh?...'. Dal 1973 Monsieur Ballon, accompagna
il suo ideatore sulle strade del mondo in uno spettacolo che negli
anni si perfeziona e migliora come un buon liquore, pur restando
sostanzialmente sempre uguale. Uguale e al tempo stesso diverso
per la grande carica di creatività e l'alta professionalità
che lo anima... Dotato di un fortissimo gusto per l'assurdo e
armato di una buona dose di ironia, Ballon riesce a trascinare
il pubblico in una spirale di gioco vorticosa... Yves Lebreton
é un artista che si esprime tecnicamente ad altissimo livello,
ideatore di un linguaggio espressivo tutto suo nel quale convergono
una clownerie raffinata, l'acrobazia, l'uso della voce, il mimo,
il tutto condito da uno spirito ribaldo e giullaresco".
MILANO. LA REPUBBLICA. Mario Sculatti.
04.03.1989
"E' ritornato il classico spettacolo su Monsieur Ballon:
e anche questa volta incanta la freschezza dell'attore francese.
Uno spettacolo storico, e giustamente famoso del suo repertorio,
'Eh?...'. Questo lavoro ha passato tre lustri ma non li dimostra,
e il pubblico lo ha fatto capire tributandogli un grande successo.
Mr. Ballon sembra quasi una creatura sortita dall'assurdo beckettiano.
Ma c'é qualcosa di peculiare in Lebreton...al contatto
con il mondo oggettuale, fa subito scattare un cortocircuito comico-surreale,
stravolgendo il significato di ogni cosa che tocca, facendone
un uso creativo, inventandosi insospettate analogie...Mr. Ballon
é un prodotto della leggerezza che arriva da un mondo aereo
e cinguettante, per scoprire anche la pesantezza della gravità
terrena, regalando al tutto, con molto garbo, una levità
perduta...Intramontabile capolavoro del teatro comico, 'Eh?...'
ha girato tutti i palcoscenici d'Europa incontrando sempre il
successo che si merita. Un appuntamento classico, importante,
comunque da non perdere, soprattutto per chi non ha mai avuto
la possibilità di partecipare a questo straordinario spettacolo".
MILANO. IL MONDO. Carlo Brusati. 03.07.1975
"Una parabola pessimista, caratterizzata da un linguaggio
fresco. In 'Mr. Ballon', personaggio davvero insolito, si trovano
spezzoni di Charlot e Hulot incollati insieme mentre lo stesso
Calvino strizza l'occhio in qualche momento. Ma non si tratta
di rapina culturale. Lebreton ricrea sempre con l'impronta del
genio".
MILANO. IL GIORNO. Ugo Ronfani. 10.03.1989
"Si può ridere di tutto, anche della paura e del nulla.
Lo dimostra Yves Lebreton, clown della razza di Vladimiro e Estragone,
ossia di natura beckettiana...C'é un po' di metafisica
nei novanta minuti di comicità scalcagnata dello spettacolo...
Il 'grande gioco' di Monsieur Ballon é la vita stessa...
A Lebreton cogliere sul nascere l'espressione corporea, vivere
sulla scena la tragicommedia del proprio corpo... Lebreton usa
il linguaggio: ne fa strumento e arma per incitare il pubblico,
coinvolgerlo, trascinarlo verso la fonte purificatrice della derisione".
MILANO. IL GIORNO. Giancarlo Vigorelli. 13.06.1975
"L'altra sera Lebreton era solo, ma bastava: solo com'era
sostituiva una legione d'attori, interpretava una legione di personaggi,
o quanto meno con la sua mimica vertiginosità vi alludeva...
Certo, alla fine dello spettacolo, tutti si sentono dentro una
foresta di simboli, e applaudono con gran consenso Lebreton, che
ha saputo in fondo attraversarla quasi con una forza magica. Un'ora
e più, ininterrotta, di scatenamento mimico, dove grazia
e forza, candore e ironia ritmavano in crescendo".
MILANO. EPOCA. Carlo Maria Pensa. 28.06.1975
"Ricordo l'emozione suscitata in noi, tanti anni fa, al Piccolo
Teatro, da quel mostro di bravura che era Marcel Marceau; ma la
tecnica, la poesia di Yves Lebreton sono un'altra cosa. Ci si
ritrova la lezione classica di Etienne Decroux, spolverata dagli
umori satirici di Jacques Tati e dal grottesco stralunato di Mac
Ronay... Che chiarezza e semplicità di idee. Nelle tenebre
fumose di tanto sterile teatro d'avanguardia, questo ritorno alla
purezza non artificiosa del gesto é una benedizione".
MILANO. CORRIERE D'INFORMAZIONE. Carlo Brusati. 12.06.1975
"Frequenti sono le strizzatine d'occhio che Lebreton rivolge
ai clown d'alta scuola e alla clownerie stessa. Ogni gag fila
via con un ritmo surreale dove molto peso viene dato all'improvvisazione,
alle reazioni stesse del pubblico. E il tutto non finisce, come
di solito capita, in una bolla di sapone o in una bella trovata.
I guizzi, le invenzioni, la mimica, sono ammantati di un'ironia-filosofia
amara che diventa alla fine storia e visione del mondo".
MILANO. LO SPECIALE. Cesare Sughi. 02.07.1975
"L'arte del mimo svolge di solito, sulle nostre scene, il
ruolo della parente povera o dell'intrusa, ed é naturale
che sia così, in una cultura che, almeno dall'Ottocento
in poi, ha puntato ostinatamente sulla parola e sull'intreccio
psicologico e sentimentale. Anche per questo c'é da rimpiangere
che i seminari e le esibizioni milanesi di Lebreton siano durati
appena qualche giorno... In uno spettacolo come questo fatto di
nulla e di tutto, che sembra germogliare e moltiplicarsi a ogni
scena, si possono leggere i significati più vari, a cominciare
dal conflitto tra libertà primitiva e falsi rapporti sociali,
tra felicità naturale e alienazione sociale. Lebreton ottiene
risultati davvero sorprendenti e innovatori rispetto alla tradizione
teatrale, prevalentemente narrativa e descrittiva".
MILANO. IL GIORNALE. Magda Poli. 25.05.1986
"Yves Lebreton, un'artista che sfugge le definizioni perché
gli sono tutte un po' strette. Yves Lebreton é soprattutto
un poeta,un poeta un po' folle che sa trascinare il pubblico in
una spirale di gioco infinita. Yves Lebreton é un folletto
irriverente che si esprime tecnicamente ad altissimo livello,
creatore di una grammatica artistica del tutto sua nella quale
convergono la clownerie, una clownerie raffinatissima, l'acrobazia,
l'uso della voce, l'espressione corporea intesa in senso lato,
che fanno sentire un antico profumo di giullaria, e soprattutto
un finissimo gusto dell'assurdo e del surreale che colorano la
sua arte di un rarefatto sapore beckettiano".
MILANO. AVVENIRE. Domenico Rigotti. 16.06.1975
"Mimo, clown, acrobata e quacos'altro, Yves Lebreton riesce
a costruire un grande spettacolo. Con arte semplice e pur rigorosissima,
offre uno spettacolo straordinario esempio di quanto un corpo,
da solo, sollecitato dall'intelligenza, sia capace di momunicare
una serie di emozioni sottilissime e inquietanti".
FIRENZE. LA NAZIONE. Paolo Emilio Poesio.
28.05.1978
"Avventure travolgenti, irresistibili e coinvolgenti...siamo
dinanzi a una magistrale clownerie che non ha pause e alla padronanza
di un corpo che obbedisce a tutti i più impossibili comandi.
Al suo Ballon Lebreton impone una continuità inesausta
di invenzioni espressive... Ma Ballon-Lebreton non cammina sul
filo del divertimento gratuito...Ballon scopre il mondo, vede
sospetti nemici nelle cose materiali e scopre anche l'amore: qui
raffigurato, con felliniana poesia, in due palloncini, entrambi
destinati ad andare in pezzi... Gran finale: così si può
definire la presenza di Yves Lebreton. Un gran finale che insegna,
se non altro, a ritornare al riso, alla gaia scienza di un'ironia
non priva di poesia".
FIRENZE. PAESE SERA. Lia Lapini. 29.05.1978
"Uno spettacolo tutto comico ma di quella comicità
sfrenata, devastatrice, aggressiva e senza gioia che sa esprimere
bene la tragicità della condizione umana ai giorni nostri.
Vivacissimo e disarmato, dotato dello stupore intraprendente del
neofita, Mr. Ballon appartiene senz'altro alla schiera dei clown
tristi e assurdi del Novecento, che ebbero il volto di Charlie
Chaplin o di Buster Keaton".
FIRENZE. L'UNITA'. Siro Ferrone. 28.05.1978
"Lebreton il fantasioso, quello che disegna con il corpo
e con la geometria dei suoi
attrezzi uno spazio astratto, surreale, che stimola la libertà
del suo corpo esposto ai rischi dell'improvvisazione, la quale
giova sempre a Lebreton, ne esalta il tempismo, l'agilità,
l'intelligenza, lo mette in un rapporto non precostituito con
il pubblico. Inquadrata dal boccascena e rallentata la clownerie
acquista densità espressiva, muove ad un riso che ha per
oggetto la sorprendente vitalità propria di quell'uomo-attore".
FIRENZE. LA CITTA'. Giovanni Ciattini.
03.07.1986
"'Eh?... o le avventure di Mr. Ballon' é uno di quei
pezzi che non invecchiano mai, proprio perché il suo creatore
lo ha concepito come un viaggio scenico sulla comicità
del nulla. Una comicità non legata all'oggi ma al sempre,
un divertimento valido ovunque: per tutti. Al centro della scena
solo lui, Yves Lebreton, paragonato ora a Chaplin ora a Keaton,
debiti che, semmai ci sono stati, adesso devono essere dimenticati.
Lebreton ha il suo stile inconfondibile... Solo nella sua isola,
l'uomo si inventa il mondo. E nell'inventarlo si (e ci) diverte.
A questo estro magico Yves Lebreton accompagna sul palcoscenico
un'inimitabile capacità di comunicazione immediata col
pubblico, un'innata abilità nell'incastrare gli spettatori
nel piacevole e complice meccanismo dell'improvvisazione. I suoi
gesti, le sue mille maschere, il suo francese addomesticato, sono
un divertimento. Attore sicuro, mimo provetto anche se decaduto
(il silenzio non é il suo forte), comico surreale, Yves
Lebreton verrà sempre ricordato come ex allievo del grande
Etienne Decroux. Ma com'é quella storia che un giorno l'allievo
supererà il maestro?".
NAPOLI. IL MATTINO. Franco de Ciuceis.
14.01.1990
"Mr. Ballon é ora di nuovo a Napoli, accolto con straordinario
successo da una platea gremita, partecipe, incantata, e plaudente...
Gli bastano pochi attrezzi per attuare le sue provocazioni e poi
la sua effervescente attività fisica, il suo continuo discorrere
in un francese reso trasparente e coloratissimo da una ricca,
efficace gestualità... Gioco, ironia, divertimento allo
stato puro, ingenuo, fresco, liberatorio. Lebreton é un
animo fanciullo che recupera a tutti noi una pausa d'innocenza.
Non vorremmo lasciarlo più e sarà lui stesso a indicarci
con nuove invenzioni come si fa a svuotare un teatro, allontanandosi
poi silenziosamente, come un poeta pudico".
NAPOLI. IL GIORNALE DI NAPOLI. Giulio
Baffi. 14.01.1990
"Dolcezza in gesti da Yves Lebreton... Mancava da Napoli
da molti anni e ora é di nuovo qui con il suo vecchio e
sempre nuovo spettacolo 'Eh?...'. Stiamo dando notizia di un avvenimento
eccezionale: Napoli ospita Yves Lebreton, stella di prima grandezza
dell'universo teatrale... Esilarante lezione di comportamento
teatrale... un grande gioco surreale di inarrivabile eleganza,
comicità, sapienza teatrale. Yves Lebreton sa trarre scintille
di purissimo divertimento da ogni pezzo del ciarpame che si porta
dietro. E' con questo armamentario da robivecchi che crea il suo
spettacolo, il resto é fantasia e agilità, é
il suo volto capace di mutarsi in mille smorfie tenere e gaglioffe,
gentili e aggressive, é il suo corpo capace di saltare
dal palcoscenico alla platea tra il pubblico quasi volando sulle
teste di signore esterrefatte, é l'intelligenza e la genialità
di piccole invenzioni inarrestabili, come una girandola luminosa
che abbaglia gli occhi dello spettatore".
BERLINO.
DER TAGESPIELGEL. Gunther Grack. 07.05.1977
"Mr. Ballon é un clown, un sognatore solitario, un
vagabondo, un essere unico senza età, un adulto bambino,
un attore universale... Cosa dire di più? Gridi di gioia,
schiamazzi e gaiezza non raccontabili. Bisogna andarci e ridere
con lui".
BERLINO. BERLINER MORGENPOST. N.K. 06.12.1977
" Lo spettacolo di Lebreton 'rinfresca' e provoca una riflessione
nello stesso tempo... Yves Lebreton riesce, grazie alle sue capacità
d'attore e d'acrobata, ad accattivarsi il favore del pubblico
dal primo all'ultimo minuto dello spettacolo. Il solo sfavillare
della sua personalità dà vita a questa rappresentazione...Bisogna
vedere Lebreton, lasciarsi portare dal gioco spontaneo che instaura
col pubblico, per la nostra più grande ilarità".
BERLINO. DER ABEND. Frank Pauli. 07.05.1977
"Mr. Ballon é comico fino alle lacrime. Lontano dai
sentieri battuti dell'arte del clown, sviluppa questa tradizione
in modo personalissimo che non é che poesia. E' il piacere
di un gioco intelligente dove l'uso della parola é diventato
quasi superfluo".
COLONIA. KOLNISCHE RUNDSHAU. Annelice
Odry. 14.02.1978
"Il riso, il burlesco e la clownerie... A prima vista questo
spettacolo sembra unicamente un divertimento, ma in realtà
c'é molto di più. Il gioco di Lebreton propone una
lettura a diversi livelli che dà tutta la dimensione del
suo spettacolo... Dopo la turbolenza del riso si creano momenti
di silenzio e di riflessione. La risata diventa costernazioione".
GOTTINGEN. GOTTINGEN-ALLGEMEINE. Petra
Burmester. 12.12.1974
"...Festa sfrenata, danzante e vorticosa; scene sorprendenti
di poesia e di agilità...Il finale una vera orgia di risate...Il
teatro esultava per l'entusiasmo. Era meraviglioso".
AMSTERDAM. ET PAROOL. Ben Hurkmans. 17.03.1977
"...La metafisica di una clownerie pura...".
AMSTERDAM. TROUW. Andre Rutten. 18.03.1977
"Una clownerie formidabile. Yves Lebreton non utilizza che
raramente la parola. Si esprime con una mimica varissima, molto
espressiva ed eloquente. Non soltanto il suo viso, ma nello stesso
modo l'intero corpo, braccia, mani, gambe e piedi ci parlano.
Con stravaganze piene di sottigliezze, e un' esuberanza crescente
lungo tutto lo spettacolo, riesce a raggiungere il massimo".
AMSTERDAM. HANDELSBLAND. Jac Heyer. 16.03.1977
"Un virtuoso del teatro. Yves Lebreton é un uomo di
teatro dalla testa ai piedi. Il suo spettacolo é pieno
di delizia e impregnato di una leggera malinconia esistenziale".
COPENHAGUEN. FREDERIKSBORG AMTS AVIS.
P.H. 04.03.1978
"...Turbolento, affascinante, divertente, commovente, realizzato
con grande abilità e molta intelligenza 'Eh?..." é
uno spettacolo difficile da definire; difficile perché
é semplice. La semplicità é un arte che pochi
artisti controllano...".
VIENNA. KURIER. Rudolf John. 20.01.1977
"Un clown-filosofo. Lebreton é meraviglioso per la
sottigliezza del suo lavoro, per i suoi gesti brevi che raccontano
lunghe storie, per le sue grida e i suoni che sostituiscono lunghi
discorsi. Facendo appello alla sola espressività del corpo,
con una manciata di attrezzi e qualche onomatopea, mette in luce
il mondo assurdo dell'uomo immerso nell'esistenza".
VIENNA.
ARBEITERZEITUNG. S.F. 22.01.1977
"L'azione totale del clown. E' raro vedere spettatori così
entusiasmati, così attivi, che gettano grida di allegria,
come si sono visti allo spettacolo di Yves Lebreton. Il suo gioco
provoca sempre reazioni liberatrici nel pubblico... Ma attraverso
lo stupore ingenuo e la risata fragorosa, brilla il dolore originale
e universale dell'essere umano: l'arte del clown. Con mezzi modesti
e senza le parole d'un gran poeta crea un''azione totale' che,
con grande dispendio tecnico, il teatro cerca invano di realizzare
da anni. Un solo gesto di Lebreton esprime cio che collettivi
di teatro, esperti in cabaret, cercano di farci sentire durante
tutta una serata senza mai riuscirci".
VIENNA. SUDOST TAGESPOST. Helmut Gajser.
24.01.1977
"Mr. Ballon recita la sua farsa utilizzando l'onomatopea
che, in sintesi con un linguaggio del corpo eccellente, raggiunge
una forza significativa insospettata...".
INNSBRUCK. TIROLER TAGESZEITUNG. Christoph Horst. 12.06.1976
"...Una mirevole performance, tanto tragica che comica e
poetica. Il personaggio é una sorta di clown che si dibatte
tra la perfidia degli oggetti, tenta di rianimarli, carezza illusioni...E'
un teatro di grande purezza e autenticità".
BARCELLONA. EL PAIS. Joan De Sagarra.
11.10.1984
"Qual'é il segreto di questo artista? La sua tecnica,
la sua comunicabilità? E' difficile dirlo, però
si direbbe che risiede nella capacità di cogliere in sé
la parte di bambino presente in ogni spettatore".
BARCELLONA. EL PERIODICO. 11.10.1984
"Yves Lebreton é un attore straordinario. Diverte
il pubblico con una comicità molto intelligente, mantiene
la sua attenzione praticamente senza parlare. Crea il suo personaggio
con un incredibile senso dell'arte... e il pubblico sorride e
ride grazie alla poesia scenica di Lebreton...Una grande comicità,
sorretta da uno splendido senso della qualità... Un'esplosione
di vitalità attraverso un solo attore".
MONTREAL. LE DEVOIR. Robert Lévesque.
06.06.1983
"Il cuore del Festival di Mimo batteva. Yves Lebreton riusciva
a realizzare qualcosa d'eccezionale: una festa da bambini davanti
a mille adulti. Lebreton, in uno spettacolo indimenticabile, andava
a risvegliare tutti i bambini-adulti nascosti nel pubblico e,
con niente, un passatempo, una noia da combattere, una gioia da
colmare, una follia da estrarre, li portava fino alla soglia del
divenir pazzi e felici... Lebreton sa fare dell'arte del mimo
un'intima comunicazione, talmente semplificata e talmente efficace
che il ritorno all'infanzia (con più tenerezza che infantilismo)
é garantito, e provocatore di una follia sovversiva...
Al di là della tecnica, Yves Lebreton, per riuscire uno
spettacolo così innocente e indimenticabile, possiede una
presenza fuori dal comune (possiamo dire un'irradiazione?). Se
questo festival fosse stato competitivo, Lebreton sarebbe stato
sicuramente in testa alla lista per il gran premio".
LOS ANGELES. LOS ANGELES TIMES. Lawrence Christon. 25.01.1974
"'Eh?...': una piéce fantastica. Lebreton é
un attore di talento e 'le avventure di Mr. Ballon' ci invitano
a viaggiare tra i suoi fantasmi, con un'inventività continuamente
rinnovata, vagabondando senza sforzo, come in un sogno. Instaura
momenti di gioco meravigliosi con un pubblico ipnotizzato dalla
sua gioia innocente".
LOS ANGELES. THE HIGHLANDER. Ann Lansborgh. 17.01.1974
"...Tutto il suo gioco é basato su una successione
rapida d'attività lunatiche e fantasiste. Lebreton termina
lo spettacolo con un contatto diretto col pubblico. Un finale
superbo... Grazie all'abilità del suo corpo, riesce a catturare
la nostra attenzione durante tutto lo spettacolo. Sono pochi gli
artisti in grado di darsi così apertamente da trasmetterci
una parte della loro energia immaginativa".
TAMPERE. KANSAN LEHTI. Kaija Pohjola.
11.01.1975
"Se Lebreton é originale nella sua espressione, non
si puo negare che talvolta faccia allusione al grande Charlie
Chaplin. C'é lo stesso calore disarmante, la stessa espressività
in un contollo perfetto, una fantasia sempre rinnovata, un senso
dell'improvvisazione che stimola la reazione del pubblico. Lo
spettacolo dà uno sguardo satirico al mondo, all'uomo preso
nell'ingranaggio della nostra società. Avremmo bisogno
più spesso di un tale umorismo critico. E' un modo di comunicare
il proprio messaggio molto più efficacemente che con il
migliore dei sermoni".
REYKJAVIK. MORGUNBLADID. Johann Hjalmarsson. 16.06.1976
"Dietro la farsa, il gioco esuberante, Lebreton rivela la
nostra ipocrisia, l'alienazione che subiamo per sopravvivere...
Chi é più serio del clown nella sua assurdità?
Il gioco di Lebreton é una creazione costante. Il suo spettacolo
dev'essere considerato uno degli avvenimenti più interessanti
del Festival d'Arte. Porta via alla gente gli abiti della domenica
e sveglia uno sguardo poetico sulla vita 'nuda' di tutti i giorni".
SAN DOMINGO. LISTIN DIARIO. Marianne De Tolentino. 19.06.1983
"Yves Lebreton meraviglioso e mirevole attore-autore...spettacolo
di grande ricchezza, d'eccezionale presenza...un unico protagonista
che vive e ci fa vivere le assurde, simpatiche e folli 'avventure
di Mr. Ballon'...un poeta che ha la virtù di materializzare
i sogni e le illusioni creando un mondo magico di perpetue scoperte
e invenzioni...Trionfo della comunicazione col pubblico".
CARACAS. THE DAILY JOURNAL. Frank Soler.
10.05.1976
"'Mr. Ballon': un gas esilarante...L'attore resta solo durante
tutto lo spettacolo, ma la forza e il magnetismo del suo gioco
sono talmente straordinari, da rendere del tutto superflua la
presenza ipotetica di un qualsiasi altro personaggio. Con la sua
germinazione caotica e il suo errare schizofrenico, domina da
solo la scena e il pubblico...Mr. Ballon: uno squillante successo".
SAN PAOLO. VISAO. Carlo Ernesto De Godoy.
31.05.1976
"Un'ora e mezzo di spettacolo senza nessuna gratuità
e il cui humour nasce dalla poesia di essere al mondo... Quando
lo spettacolo finisce, la comunione con gli spettatori é
così totale che l'attore, perfetto 'istrione', esce di
scena portato da un'ovazione del pubblico. Chi é questo
Mr. Ballon? La sua statura é piccola, i suoi passi ritmati,
leggeri i suoi vestiti. Ha l'innocenza negli occhi come la purezza
nelle mani. Un diavoletto? Un pagliaccio? Puo essere un segno
del nostro tempo, la favola di un uomo solo che impara a vivere
col mondo interrogandolo e cercando un segno qualsiasi di identificazione,
qualche voce occulta. Ma cercare di analizzarlo sarebbe incongruente
quanto il tentare di spiegare Charlot. E' inutile e pericoloso
perché 'tutti gli angeli sono terribili'".
SAN PAOLO. VEJA. Jairo Arco e Flexa.
26.05.1976
"Per l'ampia comunicazione che stabilisce con gli spettatori,
Yves Lebreton raggiunge un successo assoluto. Durante l'ora e
mezzo del suo spettacolo, crea un'atmosfera irresistibile di solidarietà
col pubblico. Crea un 'gioco' nel senso profondo del termine,
una comunicazione piena di sensibilità, d'intelligenza
e d'energia cui é impossibile sottrarsi e che offre un
piacere straordinario a tutti coloro che vi partecipano. Anche
se lo spettacolo si basa soprattutto su una ricerca espressiva
corporea, Yves Lebreton utilizza allo stesso tempo anche la voce.
Con poche frasi e molte interiezioni, le sue intenzioni restano
sempre chiare e comprensibili. Un artista che da solo raggiunge
il momento di più grande teatralità di un festival
d'arte drammatica merita di essere presentato al gran pubblico
e per un periodo più lungo".
SAN
PAOLO. JORNAL DA TARDE. Sabato Magaldi. 17.05.1976
"'Eh?...' é una festa teatrale di una ricchezza impressionante
ed eccezionale. Benché la base del lavoro di Lebreton sia
il mimo, non si possono stabilire somiglianze con Marcel Marceau,
o con altri artisti dello stesso stile. La grammatica della sua
arte é definita da una totale originalità nella
quale si fondono il mimo, l'espressione corporea, l'acrobazia
ed anche la voce, con un uso raro delle parole; e il tutto si
compone in un clima di associazioni surrealiste tra le immagini,
i movimenti e i suoni... La vitalità esplosiva di Yves
Lebreton fa sì che il suo spettacolo sia il più
dinamizzante ed entusiasmante del Festival Internazionale di Teatro
di San Paolo".
SAN PAOLO. O ESTADO DE S. PAULO. M. Alves
de Lima. 16.05.1976
"Mr. Ballon é un prodotto dell'immaginazione teatrale.
Esiste su scena non solo come personaggio della realtà
quotidiana, ma come creatura di fiction. Apparentemente senza
alcuna pretesa, la proposta di Yves Lebreton fa pensare che la
semplice capacità di oltrepassare l'immagine immediata
delle cose e di dotarle di una nuova funzione, é ancora
una delle qualità più dinamizzanti della creazione
artistica".
SAN PAOLO. ULTIMA HORA. 19.05.1976
"Yves Lebreton realizzando e interpretando 'Eh?...' é
la fonte di uno dei piu grandi piaceri mai provati a teatro. Il
suo spettacolo é un avvenimento magico. Mr. Ballon é
un personaggio indimenticabile e affascinante. Rivela il bambino
latente in ognuno di noi, senza pertanto sfuggire al mondo dell'adulto.
Unisce Marceau, Chaplin, Lloyd, Keaton, senza essere nessuno di
questi. Durante tutto il suo spettacolo, Yves Lebreton tiene il
pubblico senza tregua. Il suo lavoro fluido, versatile, vibrante,
colorato e luminoso evolve in modo irreversibile. Cammina sulla
strada della pura allegria teatrale, commemora la rappresentazione
in tutte le maniere possibili, reinventa sul palco l'attore ad
ogni istante. Vederlo é assolutamente obbligatorio. Come
potrebbe essere diversamente, dal momento che vi lascia un sorriso
nel cuore?".
SAN PAOLO. AQUI. Hella Schwartzkopff.
03.06.1976
"Yves Lebreton é un attore straordinario in possesso
di una tecnica e un'agilità meravigliose. Da molto tempo
uno spettacolo non ci procurava altrettante risate e incanto,
senza che il fantasma della critica diffidente e amara non apparisse.
Yves Lebreton, come un mago, rianima le cose, le trasforma dando
loro una moltitudine di nuovi sensi. Il pubblico penetra con lui
in un mondo dove ogni gesto, ogni movimento son carichi di forza
e di significato, dove la distanza attore-spettatore é
annullata a favore di un'unione il cui messaggio ci comunica la
vita".
RIO DE JANEIRO. JORNAL DO BRASIL. Yan
Michalki. 18.05.1976
"'Eh?...', curioso one-man show dell'artista francese Yves
Lebreton, provoca una comunicazione effervescente con la platea...si
tratta di un mimo che non utilizza quasi la mimica. La sua frenetica
attività fisica attinge dal campo dell'acrobazia, e il
suo humour ha molto a che vedere con le tende del circo. Ma, in
fondo, non sarebbe corretto dire che si tratta semplicemente di
un affascinante spettacolo di teatro non verbale, visto che talvolta
é in gioco la lotta - anche se comica non per questo meno
violenta - dell'individuo col suo ambiente... Dotato di una gamma
di risorse fisiche, mimiche e umoristiche fuori dal comune, Lebreton
é la sorprendente attrazione di questo Festival".
BAHIA. TRIBUNA DA BAHIA.1976
"Uno spettacolo divertente, d'una creatività fuori
dal comune e che si rivolge a un pubblico di qualsiasi età...
Un' esplosione permanente di risate... L'humour irresistibile
avvolge una tenerezza e una poesia accessibile a qualsiasi tipo
di spettatore, qualunque ne sia il livello sociale o intellettuale".
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